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Il progetto

DICIANNOVE COME IL TRAM

Sussidiario romantico per chi vive a Roma

Raccontiamo il lato più romantico di Roma, attraverso un viaggio nelle strade e nei quartieri attraversati da quel pezzo di latta verde e poetico che è il tram 19.

Parliamo di romanticismo, sbronze moleste, canzoni tristi, esami dell’università, sbatti sul lavoro, disagio da trasporto pubblico (e nella vita) e amori finiti male (ma anche bene).

L’idea di chi è dietro il progetto è quella di dare voce ai problemi esistenziali di una generazione, quella che oscilla tra i venti e i trent’anni, e che vive o ha vissuto a Roma un pezzo indelebile della sua vita.

Essere fuorisede, aver studiato alla Sapienza (o in altre università, non odiateci), stringere legami che credevamo indistruttibili, vivere amori che si erano giurati per sempre, abitare in quartieri di periferia e ritrovarsi ogni volta a vivere tutte queste cose fermi alla fermata del tram, in attesa che arrivi il 19 (perennemente in ritardo).

Parliamo di ragazzi che sono alle prese con i primi esami o che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, che sono costretti a prendere delle scelte e che spesso lo fanno con la musica alle orecchie a bordo del tram che più di ogni altra cosa racconta la loro vita.

Il tram 19 ha rappresentato molto per ognuno di noi, disagi a parte.

Buon viaggio a tutti.

Sussidiario romantico per chi vive a Roma

Raccontiamo il lato più romantico di Roma, attraverso un viaggio nelle strade e nei quartieri attraversati da quel pezzo di latta verde e poetico che è il tram 19.

Parliamo di romanticismo, sbronze moleste, canzoni tristi, esami dell’università, sbatti sul lavoro, disagio da trasporto pubblico (e nella vita) e amori finiti male (ma anche bene).

L’idea di chi è dietro il progetto è quella di dare voce ai problemi esistenziali di una generazione, quella che oscilla tra i venti e i trent’anni, e che vive o ha vissuto a Roma un pezzo indelebile della sua vita.

Essere fuorisede, aver studiato alla Sapienza (o in altre università, non odiateci), stringere legami che credevamo indistruttibili, vivere amori che si erano giurati per sempre, abitare in quartieri di periferia e ritrovarsi ogni volta a vivere tutte queste cose fermi alla fermata del tram, in attesa che arrivi il 19 (perennemente in ritardo).

Parliamo di ragazzi che sono alle prese con i primi esami o che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, che sono costretti a prendere delle scelte e che spesso lo fanno con la musica alle orecchie a bordo del tram che più di ogni altra cosa racconta la loro vita.

Il tram 19 ha rappresentato molto per ognuno di noi, disagi a parte.

Buon viaggio a tutti.

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